Visita virtuale Palazzo Perrone

da dimora nobiliare a sede della Fondazione CRT

Con questo tour virtuale ti portiamo alla scoperta della storia e degli ambienti aulici del meraviglioso Palazzo Perrone a Torino, oggi sede della Fondazione CRT.

Visita virtuale
Scorcio della fronte del Palazzo su via XX Settembre - ph. Pino dell'Aquila
Veduta dello scalone di via XX Settembre (sulle pareti e sulla volta: affreschi strappati di Michele Antonio Milocco e stucchi della ditta Musso-Clemente) - ph Pino dell'Aquila

Palazzo Perrone

Costruito alla fine del Seicento ed acquisito dai Gallizziano, recente casato appartenente al ceto mercantile in ascesa, nel 1707, il Palazzo divenne di proprietà dei Perrone, conti di San Martino e baroni di Quart, famiglia eporediese di antico lignaggio.
A metà del Settecento per volontà di Carlo Francesco Baldassarre, diplomatico e poi ministro di Stato e reggente della Segreteria di Stato per gli Affari Esteri, fu rimodernato su progetto dall’architetto Giovanni Battista Borra e divenne uno dei più eleganti palazzi della città, riccamente affrescato e arredato.
Nella prima metà dell’Ottocento e fino all’Unità d’Italia, oltre ad alloggiare la famiglia proprietaria, all’interno della quale si distinse Ettore Perrone di San Martino, eroe della Prima Guerra d’Indipendenza, fu sede dell’ambasciata francese presso la corte sabauda.
Dopo il trasferimento della capitale d’Italia da Torino a Firenze nel 1864, la famiglia Perrone perse l’interesse ad avere un palazzo così grande. Fu così che la Cassa di Risparmio di Torino, che allora aveva sede in via dei Mercanti, decise di acquistarlo dai Perrone nel giugno 1883.
Il 9 dicembre 1885, dopo due anni di lavori di ristrutturazioni per adattare degli ambienti a piano terra alle esigenze di una banca, il Palazzo fu ufficialmente inaugurato.
Ma l’attuale configurazione del Palazzo è il risultato di una totale ricostruzione nel 1929, quando, per mancanza di spazio, i vertici della Banca decisero l’acquisto del limitrofo settecentesco Educandato, l’abbattimento di tutti gli edifici e la loro ricostruzione. A Giovanni Chevalley, architetto molto stimato, venne affidato l’incarico di progettare un nuovo grandioso edificio. L’allora Ministero dell’Educazione Nazionale autorizzò così la demolizione del vecchio palazzo, a condizione che il nuovo riproducesse lo stesso linguaggio formale dei fronti, ispirati dal modello del fronte settecentesco di Palazzo Madama.
Le caratteristiche originarie vennero così scrupolosamente ricreate, cercando di riproporre i volumi e lo stile del precedente edificio, in chiave eclettico-classicista: della struttura originaria, si ebbe cura di salvare i marmi e le decorazioni, così come gli affreschi delle sale che furono strappati, restaurati e rimontati nei nuovi ambienti, decorati da stucchi neo rococò.
Lo Scalone d’Onore attuale ben rappresenta il metodo di Chevalley, che ebbe cura di riutilizzare le parti marmoree che componevano l’antico scalone dell’architetto Borra.
Il grandioso Palazzo di Via XX Settembre venne infine ultimato e inaugurato il 17 ottobre 1933.

Volta dello scalone di via XX Settembre - Affresco strappato Michele Antonio Milocco, Apoteosi dei Perrone di San Martino - ph Pino dell'Aquila