da dimora nobiliare a sede della Fondazione CRT
Con questo tour virtuale ti portiamo alla scoperta della storia e degli ambienti aulici del meraviglioso Palazzo Perrone a Torino, oggi sede della Fondazione CRT.
Visita virtuale
Costruito alla fine del Seicento ed acquisito dai Gallizziano, recente casato
appartenente al ceto mercantile in ascesa, nel 1707, il Palazzo divenne di proprietà dei
Perrone, conti di San Martino e baroni di Quart, famiglia eporediese di antico lignaggio.
A metà del Settecento per volontà di Carlo Francesco Baldassarre, diplomatico e
poi ministro di Stato e reggente della Segreteria di Stato per gli Affari Esteri, fu
rimodernato su progetto dall’architetto Giovanni Battista Borra e divenne uno dei più eleganti
palazzi della città, riccamente affrescato e arredato.
Nella prima metà dell’Ottocento e fino all’Unità d’Italia, oltre ad alloggiare la famiglia
proprietaria, all’interno della quale si distinse Ettore Perrone di San Martino, eroe della
Prima Guerra d’Indipendenza, fu sede dell’ambasciata francese presso la corte sabauda.
Dopo il trasferimento della capitale d’Italia da Torino a Firenze nel 1864, la famiglia
Perrone perse l’interesse ad avere un palazzo così grande. Fu così che la Cassa di Risparmio di
Torino, che allora aveva sede in via dei Mercanti, decise di acquistarlo dai Perrone nel giugno 1883.
Il 9 dicembre 1885, dopo due anni di lavori di ristrutturazioni per adattare degli ambienti
a piano terra alle esigenze di una banca, il Palazzo fu ufficialmente inaugurato.
Ma l’attuale configurazione del Palazzo è il risultato di una totale ricostruzione nel 1929,
quando, per mancanza di spazio, i vertici della Banca decisero l’acquisto
del limitrofo settecentesco Educandato, l’abbattimento di tutti gli edifici e la loro
ricostruzione. A Giovanni Chevalley, architetto molto stimato, venne affidato l’incarico di
progettare un nuovo grandioso edificio. L’allora Ministero dell’Educazione Nazionale autorizzò così
la demolizione del vecchio palazzo, a condizione che il nuovo riproducesse lo stesso linguaggio formale
dei fronti, ispirati dal modello del fronte settecentesco di Palazzo Madama.
Le caratteristiche originarie vennero così scrupolosamente ricreate, cercando di riproporre i volumi e
lo stile del precedente edificio, in chiave eclettico-classicista: della struttura originaria, si
ebbe cura di salvare i marmi e le decorazioni, così come gli affreschi delle sale che furono strappati,
restaurati e rimontati nei nuovi ambienti, decorati da stucchi neo rococò.
Lo Scalone d’Onore attuale ben rappresenta il metodo di Chevalley, che ebbe cura di riutilizzare le parti
marmoree che componevano l’antico scalone dell’architetto Borra.
Il grandioso Palazzo di Via XX Settembre venne infine ultimato e inaugurato il 17 ottobre 1933.